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Clean air dialogue. Intervista al Ministro dell'Ambiente Sergio Costa 

Enzo Fortunato Luca Signorelli
Pubblicato il 05-06-2019

Clima ed economia sono due aspetti che devono andare di pari passo, ecco il patto d'Azione

ieri, martedì 4 giugno, a Torino si è tenuta la conferenza stampa finale della prima giornata del "Clean air dialogue" in cui hanno partecipato sei ministeri e tutte le Regioni. I vari attori Istituzionali hanno poi firmato un Patto d'azione per il miglioramento della qualità dell'aria delle nostre città. 

Ministro Costa, Il patto firmato ieri è in linea con quello proposto da Papa Francesco ai giovani sull'economia?

Chi si ostina a concepire l'economia secondo i vecchi paradigmi produttivistici basati sul carbon fossile e sullo sfruttamento delle risorse, e non secondo la Green economy e le economie circolari, appartiene all'archeologia politica e sarà la storia a travolgerlo e a condannarlo come nemico del Pianeta. Per questo ho apprezzato molto l'idea che ha avuto Papa Francesco di convocare ad Assisi a marzo 2020 i giovani economisti di tutto il mondo perché lavorino insieme superando steccati e barriere immaginando un'economia nuova, inclusiva e sostenibile. Penso sia la chiave per affrontare l'emergenza numero uno che ha l'umanità, quella climatica. L'Italia vuole essere protagonista nella lotta al cambiamento climatico, intende essere nel gruppo di testa e faremo di tutto per contribuire ad innalzare l'ambizione internazionale. A Torino abbiamo tenuto per la prima volta nel nostro Paese, i Clean Air Dialogues, dialoghi tra Stato, Regioni e società civile per affrontare insieme il tema dell'inquinamento atmosferico, per il quale l'Italia ha due procedimenti d'infrazione europei aperti. Il Commissario all'Ambiente Vella ha apprezzato il nostro sforzo e siamo sulla buona strada, ma serve il concorso di tutti.

Esistono regioni più virtuose sul tema dell'inquinamento? Se sì quale il segreto di questa virtuosità?

Stiamo facendo un buon lavoro al fianco delle regioni e la firma del piano d'azione per la qualità dell'aria da parte del presidente delle Regioni e Province Autonome Stefano Bonaccini lo conferma. E' stato un dialogo, una negoziazione lunga un anno, un lavoro fianco a fianco. Non fatemi dare pagelle però e non fatemi fare il generale dei carabinieri che bacchetta chi non rispetta gli impegni. Di sicuro alcune regioni, penso a quelle del Bacino Padano, faticano di più per il contesto orografico che non le aiuta. Così il bacino ternano in Umbria o la valle del Sacco nel Lazio. Per questo con queste Regioni, ma altre seguiranno, abbiamo stretto dei Protocolli con misure specifiche e fondi a disposizione. Essere virtuosi nella lotta all'inquinamento vuol dire per me fare la propria parte. E questo è vero per le Regioni come per le articolazioni dello Stato più vicine ai cittadini, i Comuni. Il Comune di Assisi, che di San Francesco è la patria, si sta impegnando molto sul fronte ambientale e il ministero dell'Ambiente è al suo fianco. Spero di tornare presto nella vostra città.

Noi l'aspettiamo allora Ministro, al Cortile di Francesco a settembre. Ha parlato di Regioni, comuni, ma cosa possono fare le persone?

Le aree critiche per la qualità dell'aria sono in sintesi: mobilità, riscaldamento, agricoltura. Quanto alla prima bisogna usare meno l'auto privata e più il trasporto pubblico, la sharing mobility, la bici e...il cavallo di San Francesco (i piedi)! Sul riscaldamento i cittadini possono e devono sfruttare gli incentivi esistenti per caldaie più efficienti e meno impattanti sul clima, migliorare l'efficientamento della propria casa. Quanto all'agricoltura, verdure a chilometro zero e bio riducono la produzione di CO2. E poi, in questa stagione, vogliamo pensare - chi può - anche a un orticello sul davanzale, balcone, giardino? O almeno evitiamo frutta e verdura non di stagione o che vengono dall'altro lato del pianeta.

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